venerdì 2 marzo 2012

The dark side of the manganell

Ci mancava pure l’eroico carabiniere che non risponde alle provocazioni. I mass media non sanno resistere quando fiutano qualche storiella edificante da propinare al popolo bue. E se la storiella non esiste, se la inventano infiocchettandola per benino. Ecco così il quarto d’ora di celebrità del celerino offeso e umiliato ma fedele nei secoli allo stato e alla patria, stoico, impassibile nel comportamento, da premiare, una medaglia per il luminoso esempio di giovanile abnegazione ai sacri valori istituzionali. A seguire le citazioni confuse, didascaliche, vaghe e imprecise della poesia di Pasolini (Il Pci ai giovani), che tutt’altro voleva dire con intenzioni infinitamente più distanti dalle farneticazioni lette e sentite, gli interventi dei politici, compatti e risoluti nel ribadire l’apprezzamento per il valoroso militare e l’adesione acritica e proterva di tutti i benpensanti, quelli che hanno sempre ragione, quelli che se uno cade dal traliccio perché lotta per i suoi diritti se l’è cercata e comunque è una zecca dei centri sociali, quelli che se a Genova undici anni fa è stata sospesa la legalità e la gente massacrata nelle strade e nelle carceri (non lo dico io, lo dicono magistratura, stampa mondiale, testimonianze indipendenti) però se stavano a casa non gli succedeva niente, quelli che se fosse per loro saremmo ancora a zappare nei feudi dei padroni ringraziando dio per la vita felice nell’aldilà. Non importa se in Valsusa gli stessi eroi senza macchia, nelle loro tute spaziali, con le loro armi scintillanti, occupano con militare perizia una terra che rivendica la volontà di decidere del proprio futuro senza imposizioni superiori. Non importa se quello che ti dice “pecorella” è a volto scoperto, disarmato e davanti a una telecamera perché lui non si vergogna di quello che fa, a differenza di chi si nasconde dietro a un casco e a uno scudo, di chi non ha nemmeno un numero d’identificazione, come accade nei corpi militari e di polizia dei molti paesi più civili del nostro e come da anni viene chiesto da chi si trova dall’altra parte del manganello (spesso al contrario, con crudele abuso dell’anonimato) perché crede nella democrazia e nella libertà di manifestare. Una medaglia, un encomio solenne, perlomeno un plauso unanime suvvia, questo poveretto per la miseria di 1500 euro al mese è costretto a massacrare la gente per strada e a beccarsi pure gli insulti. Ma guarda te che ingratitudine a ‘sto mondo!

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