venerdì 13 gennaio 2012

Taxìììì! (a fischiare non sono buono)

Io il taxi non lo prendo spesso. Anzi, praticamente mai. Ed è proprio questo il punto: in Italia il taxi non lo prende nessuno. Se devo andare al lavoro e ho la macchina a fare il tagliando chiedo un passaggio a mia moglie, mia mamma, mio zio, il mio vicino, il mio collega, non ci penso nemmeno a chiamare un taxi. Chè quello ci mette un vita ad arrivare, mi costa mezza giornata di lavoro e faccio pure tardi. Se voglio andare al cine, dal dottore o a fare un giro al centro commerciale e mi fa schifo il bus perché ci salgono solo moldavi che sanno di cipolla, cinesi all’aglio e senegalesi millegusti, e perché sono un razzista di merda, o ho un sacco di soldi, ma proprio tanti, e allora chiamo il taxi oppure telefono a un mio amico razzista come me e gli offro un caffè in cambio del passaggio. Tutto questo per dire che il taxi da noi è un mezzo per pochi e non un servizio pubblico. Non so se la colpa è dei tassisti, dei politici o di Berlusconi (che c'entra sempre), so però che da cittadino se questa storia delle liberalizzazioni serve ad abbassare le tariffe, allora va bene. Altrimenti ricominciamo con la solfa del “ben altri sono i problemi del paese”.

1 commento:

  1. Questo, per ragioni diverse, merita la lettura di un pubblico che possa annoverare il " più di 1" nel numero dei suoi componenti. Posso essere un simil spin doctor, per l'occasione?

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